Celiachia
La celiachia si dice essere dovuta ad un’intolleranza al glutine, in realtà l’intolleranza in questione è relativa alle gliadine, proteine che appartengono alla famiglia delle prolammine. A seconda del cereale, le prolammine prendono nomi diversi, ardeine quelle presenti nell’orzo, secaline quelle presenti della segale, zeine quelle presenti nel mais ed avenine quelle presenti nell’avena. Non tutti i cereali però contengono questa famiglia di proteine.
Le persone celiache hanno problemi solo con alcune di queste prolammine, infatti si usa dire che gliadine, ardeine e secaline siano tossiche per i celiaci, mentre le zeine non lo siano.
La patologia viene sviluppata dalle persone geneticamente predisposte. E’ più frequente nei paesi dove l’alimentazione di base contiene cereali come frumento, orzo e segale, mentre è quasi assente in Asia, dove il cereale maggiormente consumato è il riso, o in Sud America, dove si impiega molto il mais.
Le diverse forme di Celiachia
E’ possibile diagnosticare una di queste attraverso un tipico quadro sintomatico: il neonato che, durante lo svezzamento, viene per la prima volta a contatto con il glutine e manifesta diarrea, vomito ed arresto della crescita.
Altre forme della malattia hanno una diversa sintomatologia. Nelle persone che scoprono di essere celiache in età adulta, ad esempio, la sintomatologia è extraintestinale e può manifestarsi come anemia, osteoporosi, aftosi, stipsi o problemi allo smalto dei denti.
In Italia la stima è di un celiaco ogni 100-150 abitanti. In caso di sospetta celiachia, viene prescritto un test ematico per la ricerca degli anticorpi anti-gliadina.
Tuttavia per raggiungere la diagnosi finale di celiachia, è necessario sottoporsi ad un’endoscopia con biopsia intestinale: nei pazienti considerati normali, la mucosa intestinale presenta i classici villi intestinali responsabili dell’assorbimento dei nutrienti.
Nei pazienti celiaci non trattati invece la mucosa risulta piatta, senza villi intestinali.
A seconda della gravità dell’appiattimento e della zona di intestino interessata si avranno gradi differenti di malassorbimento.
Come curare la celiachia
Ad oggi l’unica terapia possibile è rappresentata dalla dieta, da un regime dietetico privo di cereali tossici. Si parla di dieta aglutinata, se i pazienti seguono tale dieta, dopo un breve periodo di tempo, si parla di qualche mese, ritornano ad avere una mucosa intestinale normale a meno che la malattia non sia talmente grave da fare diventare l’individuo insensibile alla dietoterapia. Le persone affette da celiachia possono nutrirsi di cereali non contenenti prolammine tossiche, per cui mais, riso, grano saraceno, soia, miglio, farine di patate e di castagne, quinoa e legumi.